venerdì 20 luglio 2012

92% AR LIVRE

[di Giulia Mirandola]

I libri con le figure imboccano strade diverse, prima di nascere. Quella degli occhi: ciò che entra nel campo visivo di un illustratore, ha buona probabilità di diventare disegno. Quella delle mani: sull'onda di pensieri velocissimi, da penne, matite, colori, ritagli, scritte, principiano storie fatte di immagini e parole. Quella delle illustrazioni e di chi le ha immaginate e realizzate, sapendo che un giorno sarebbero finite nella pancia di una macchina da stampa, per diventare libri, libri con le figure.

Sono qui, Urban center, Rovereto.
Questo post è il racconto di un'esperienza espositiva e musicale realizzata a Rovereto nel giugno scorso (documetazione fotografica, qui). L'evento, per comunicare alla città la presenza di due ospiti stranieri, sconosciuti ai più in questo fazzoletto di Trentino, diceva Sono qui. Chi? Due illustratori portoghesi, Bernardo Carvalho e Madalena Matoso di Planeta Tangerina, giunti nella Valle dell'Adige perché protagonisti di un progetto di promozione della lettura che avrà come esito finale la realizzazione per settembre di un leporello di cartoline su Rovereto.

Bernardo Carvalho a Rovereto.
Madalena Matoso e Bernardo Carvalho a Rovereto.
Sono qui ha rappresentato una dichiarazione di presenza, sia per gli autori, sia per altre figure intervenute a dare concretezza e compiutezza a quanto avvenuto nel giorno dell'inaugurazione e nelle successive settimane. Come succede per fare un libro, d'altra parte, non basta un singolo, nemmeno una coppia, per portare a risultati soddisfacenti.

Sono qui, Urban center, Rovereto.
 Per fare Sono qui ci sono volute una persona che ideasse e producesse, due autori, una architetta, un grafico, due musicisti, un tecnico del suono, un dipendente comunale addetto all'apertura di uno spazio comunale bellissimo, due assessore determinate a concedere l'utilizzo dello stesso, una giornalista intraprendente, molti alberi che hanno garantito un buffet a base di 40 kg di ciliegie appena raccolte, curiosi in numero elevato, dai 5 mesi e i 70 anni. Considerato il bacino e il carattere di assoluta novità della proposta nel contesto nominato, fattori che mettevano a nudo l'ipotesi che questo esperimento fallisse, Sono qui è successo e ha avuto successo.





















In mostra erano presenti le tavole originali di Praia-mar, Ir e vir, Nunca vi uma bicicleta e os patos não me largam, libri al momento inediti in Italia, valorizzati nell'intensità di forme e colori dal tipo di allestimento costruito: grandi piani di cartone ondulato su cui poggiavano grandi pagine aperte a loro volta in cartone e adattate a una lettura in orizzontale della mostra, invece che in verticale, come si capisce dalle immagini che stanno scorrendo. Oltre a ciò, su una parete scorrevano tre video di Cortar o verde, casa di produzione indipendente dietro la quale si celano gli occhi di Carvalho e il suo amore eterno per le onde e le tavole da surf.

Bernardo Carvalho accompagna i Comaneci con i suoi disegni in movimento.

In occasione della serata inaugurale, della mostra facevano parte anche i suoni di un gruppo indipendente romagnolo, i Comaneci, alias Francesca Amati e Glauco Salvi, che si sono esibiti mentre Carvalho disegnava e proiettava alle loro spalle immagini colorate e in movimento, realizzate sulla scia delle suggestioni e dai racconti che procedevano dall'ambiente acustico.



Confessa, uno dei due autori portoghesi, che a 17 anni fu sottoposto a test psicologici dai quali risultò “92% ar livre”, 92% aria aperta. Lo spirito che ha animato chi ha preso parte a Sono qui è analogo ai bisogni primari di quell'adolescente attratto dall'aria, dalla luce, dalle spiagge di sabbia, dalle biciclette, dagli animali, dal piacere di camminare scalzi, dal tempo perso, dal sogno di volare sull'acqua, dall'istinto di evitare una vita al chiuso.

Per chi fosse interessato, il progetto viaggia. La mostra al momento è smontata ed è pronta in qualsiasi momento a nuovi approdi.



1 commento:

emanuela bussolati ha detto...

Bello che un museo così importante abbia dato spazio all'illustrazione e ancora più bello che in un paese i test attitudinali comprendano "ar livre". Questa è civiltà!